Grandi Eventi: Morgan, il "Classico" che non ti aspetti...

Marco Castoldi, in arte Morgan, ha aperto il cartellone "Grandi Eventi" dell'Estate Castiglionese in piazzale Repubblica. L'ex leader dei Bluvertigo ha dato il via alle danze con la sua "Altrove" in una versione da ascoltare e riascoltare, senza tempo, che lascia spazio all'immaginazione e dona un certo "peso" specifico, tra le altre cose, tutto meritato, al valore del testo in sè. Accompagnato dal maestro e violinista Valentino Corvino e dall'orchestra Foi Bruno Bartoletti, il cantautore si è dimostrato musicista di assoluto livello e si è svincolato, piuttosto in fretta ed agevolmente, dal personaggio televisivo spesso burbero e bisbetico, mai domo, che siamo abituati a conoscere! Invece, nessun gossip e nessuna polemica a favore di telecamera, Morgan, si è conquistato la scena e la fiducia dei presenti ed ha illuminato con il suo talento la serata aloisiana, con tanto di venticello fresco in sottofondo, molto gradito. Le dita, con raziocinio e padronanza, hanno preso il controllo del piano: da Bach a De Andrè, da Bindi ad Endrigo, da Morgan a Beethoven. Artista poliedrico ed anche simpatico caratterista quando ha raccontato la sua versione pre e post sanremese dell'ormai famigerato "siparietto" con Bugo! 

Insomma, il "Classico" Morgan che non ti aspetti di ascoltare! Eccellente comandante di un viaggio musicale a 360° alla riscoperta di grandi cantautori, in cui la divulgazione della musica di qualità non è una novità ma un impegno costante, che per lo stesso diventa missione, sotto tutti i punti di vista! E sono da applausi le varie cover di De Andrè proposte e l'emozionante reinterpretazione di "Canzone per te" di Endrigo. Innovativo, irriverente e molto raffinato nella sua dimensione che ne contiene tante altre, tutte da scoprire, da "sentire". Nessuna scaletta, nessuno schema, nessun "recinto", tutto a sensazione, ad empatia... Ed è questa l'essenza di Marco Castoldi, in arte Morgan, con quel tocco di azzardo in più, grazie al quale riesce a dare un senso, anche introspettivo e quasi filosofico, alla sua perfomance: "svincolarsi dalle convizioni, dalle pose, dalle posizioni..." come diceva quel cantante?! Non solo musica classica, insomma, intensa nel senso più profondo del termine, ma la "storia", il pathos di un brano, quando diventa un classico, appunto...  

Angelo Maria Castaldo

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